mercoledì 4 giugno 2014

Altheo "inchiesta": Fotografia Europea è un calvario per i disabili.





Vedere le mostre di Fotografia Europea in centro storico non dovrebbe essere un'impresa ciclopica. Invece lo è, almeno per chi ha difficoltà motorie ed è costretto a muoversi su una sedia a rotelle. E di certo non può farcela da solo. Ma è quasi un'impresa anche per chi voglia o debba più semplicemente farlo con figli e passeggino al seguito. Troppi gli ostacoli, gli scalini e le scalinate, gli ascensori che non ci sono e che quando ci sono non funzionano. E poi le strade e l'acciottolato, spesso sconnesso, in cui una persona su una sedia a rotelle può restare bloccata.
Ci sono mostre collocate in luoghi bellissimi ma inaccessibili che una persona con difficoltà motorie in cui non riesce proprio a entrare. Come "l'atelier" di via dei Due Gobbi, dove nessuno pretende che venga montato un ascensore apposito, ma ai Musei Civici e alla Galleria Parmeggiani, che sono luoghi pubblici, forse sì.
Un tour difficile quello iniziato a Palazzo Magnani dove i gradini bloccano l'accesso e solo se una persona è accompagnata può farcela a entrare. Si debbono infatti salire le scale per chiedere di poter utilizzare l'ascensore posto nell'ingresso a lato e che ti consente l'accesso attraverso un locale adibito a magazzino e a ripostiglio. In biglietteria la prima sorpresa: per i portatori di handicap l'ingresso è a prezzo ridotto e anziché di 9 euro se ne pagano 7, mentre l'accompagnatore ha l'ingresso gratuito. Una scelta perlomeno curiosa, quella della Provincia e della Fondazione, che presuppone che il portatore di handicap non sia autonomo e non possa visitare da solo e con l'ausilio dell'ascensore la mostra collocata su due piani.
Poi tra scossoni e sballottamenti si arriva all'ex Sinagoga. Anche qui all'ingresso s'incappa in un gradino. Superato l'ostacolo, si accede alla sala che si può visitare quasi per intero. Quello che non si può visitare è la mostra posta al piano superore, a cui si arriva con l'apposita scala di ferro. Non si riesce a salire, a meno di accettare l'aiuto dei gentilissimi addetti che si offrono di sollevare di peso la persona e la sedia rotelle e di accompagnarla al piano superiore. Lasciata la Sinagoga, si arriva alla Galleria Parmeggiani, dove l'addetto gentilmente informa che «purtroppo l'ascensore ha dei problemi ed è inutilizzabile». Peccato: due mostre fotografiche sono proprio al primo piano, dove si accede solo per una strettissima scala.
La visita prosegue ai Musei Civici, dove ti accoglie la scalinata principale e l'indicazione che l'ingresso per portatori di handicap è sul lato. Ma il campanello di chiamata è posto a un'altezza non raggiungibile da una persona su una sedia a rotelle e un cartello informa di non suonare ma di recarsi all'ingresso di via Spallanzani e chi non può camminare e non è accompagnato, resta definitivamente bloccato.
Ultima tappa i chiostri di San Domenico, dove ad accogliere il visitatore è un curato cortile in ghiaia che inghiotte metà delle ruote. Un altro sforzo per raggiungere le sale collegate da percorsi e passerelle volanti, ma praticabili, che consentono di visitare una parte delle mostre. Sempre se la persona è accompagnata. Da sola forse avrebbe fatto meglio a restare a casa: si sarebbe sentita meno a disagio.