mercoledì 30 ottobre 2013

Altheo "penisola Italia": Sostieni la libreria più antica d'Italia regalandoti un libro.


Già a rischio qualche anno fa per i troppo elevati canoni di affitto, la libreria Bocca sembra ora vicina ad essere una delle prossime vittime della crisi economica di questo periodo.




Milano: a rischio chiusura la libreria Bocca, la più antica d’Italia
La drammatica richiesta di aiuto campeggia sulla vetrina della storica bottega
“La crisi rischia di farci chiudere. Sostieni la libreria più antica d’Italia regalandoti un libro”. Questa la scritta che da giorni campeggia sulla vetrina della libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Una frase che è molto di più dello slogan pubblicitario per il lancio di una campagna di sconti messa in piedi per tentare di limitare gli effetti della crisi. 
Quella che sta vivendo la più antica bottega libraria del nostro paese (è stata fondata nel 1775 da una famiglia astignana e, quando era anche casa editrice, ha pubblicato per prima in italiano “Le mie prigioni” di Silvio Pellico e “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud) è infatti una situazione piuttosto drammatica. E che, purtroppo, sembra ben lontana da una felice soluzione. Già a rischio qualche anno fa per i troppo elevati canoni di affitto, la libreria Bocca – che annovera tra i vari riconoscimenti il titolo di “Locale storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali”, la medaglia d’oro della Camera di Commercio di Milano, la qualifica di “Bottega storica” de Comune di Milano) – sembra ora vicina ad essere una delle prossime vittime della crisi economica di questo periodo.
“Ci scambiano per un museo e contrattano sul prezzo dei libri” dice Giorgio Lodetti, l'attuale proprietario, che aggiunge:  “Gli incassi degli ultimi mesi sono stati pessimi, in estate abbiamo appena superato i 1.000 euro. Così non possiamo andare avanti. Ci hanno dato lo status di locale storico: se lo siamo davvero, ci diano una mano”. Ed una mano la libreria Bocca la merita, soprattutto in quanto simbolo di un patrimonio culturale e letterario che non può e non deve essere dimenticato. Neanche a causa della crisi.
“La crisi rischia di farci chiudere. Sostieni la libreria più antica d’Italia regalandoti un libro”. Questa la scritta che da giorni campeggia sulla vetrina della libreria Bocca, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Una frase che è molto di più dello slogan pubblicitario per il lancio di una campagna di sconti messa in piedi per tentare di limitare gli effetti della crisi. 
Quella che sta vivendo la più antica bottega libraria del nostro paese (è stata fondata nel 1775 da una famiglia astignana e, quando era anche casa editrice, ha pubblicato per prima in italiano “Le mie prigioni” di Silvio Pellico e “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud) è infatti una situazione piuttosto drammatica. 
E che, purtroppo, sembra ben lontana da una felice soluzione. 
Già a rischio qualche anno fa per i troppo elevati canoni di affitto, la libreria Bocca,  che annovera tra i vari riconoscimenti il titolo di “Locale storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali”, la medaglia d’oro della Camera di Commercio di Milano, la qualifica di “Bottega storica” de Comune di Milano), sembra ora vicina ad essere una delle prossime vittime della crisi economica di questo periodo.
“Ci scambiano per un museo e contrattano sul prezzo dei libri” dice Giorgio Lodetti, l'attuale proprietario, che aggiunge:  “Gli incassi degli ultimi mesi sono stati pessimi, in estate abbiamo appena superato i 1.000 euro. Così non possiamo andare avanti. 
Ci hanno dato lo status di locale storico: se lo siamo davvero, ci diano una mano”.
Ed una mano la libreria Bocca la merita, soprattutto in quanto simbolo di un patrimonio culturale e letterario che non può e non deve essere dimenticato. Neanche a causa della crisi.