sabato 21 gennaio 2012

Altheo "scultura": La scultura di Domenico Colanzi.

Altheo "scultura": La scultura di Domenico Colanzi.
Raccontato da Pedro Fiori.




Lo conosco bene. Domenico Colanzi è un uomo silenzioso.
Parla poco. Sente e pensa molto. E' nel profondo un emotivo: Una persona viscerale.
Tutto il suo universo creativo, il senso che ha dato alla sua vita di artista, è sintetizzato nelle sue immagini plastiche: stilizzate fino alla metafora figurale, allusive fino alla coralità del simbolo.
Scultore come dimensioni metaforiche di voli della materia e della forma con quelle "illuminazioni" interattive tra spazi pieni e spazi vuoti.
Una "circolarità del segno", la sua, che avvolge in un movimento emblematizzante tutto il volume: è un modulo enucleante della sua scultura.
Immagini che quindi vivono come una ritualità della sua fantasia. Come uno scavare della sua emotività nelle sensazioni che lo nutrono.
Sono rivelazioni di quella sua "poesia della pietra (della Maiella), del marmo (rosa e nero), del bronzo".
Simboli che lui fa nascere dalla materia mediante il processo epifanico delle forme.




Agli inzi degli anni 80, scrivendo del mondo immaginativo colanziano, a Milano (le sue sculture e i suoi dipinti) chiamano infatti Colanzi "un originale artista del nostro tempo": Da allora a oggi il cammino di Colanzi, nato ad Archi (Chieti), ha seguito il proprio destino.
Posso affermare che da tempo, una sua dimensione all'interno dei valori dell'attuale panorama della scultura italiana: come proposta e problematica di quella tendenza che, anche in ambito internazionale, ho definito "Scultura simbolica".
Scultore di razza, creatore di sensazioni emozionali, nelle sue opere si sentono i battiti dell'intuizione e le riflessioni dell'intelligenza.









Seguo con attenzione la ricerca formale e semantica che nutre l'espressività di questo maestro abruzzese trapiantato a Milano.
Lui ha continuato ad estendere, e ricercare i temi che gli stanno a cuore, che gli permettono, infine, di liberare, in modo catartico, i suoi sentimenti e tradurli, poi, in un linguaggio plastico moderno suggestivo nei suoi pregnanti significati: quel labirinto dell'inconscio che ci portiamo dentro come una ferita.
Ha saputo sempre rinnovarsi nel suo stile senza perdere mai la propria identità riflessiva. Come fanno i veri artisti.
Le sue opere sono state esposte in diverse città d'Italia e dell'estero (in altre d' Europa, negli Stati Uniti, nel Canada, In Australia e in Sudafrica.
Numerose personali e partecipazioni a rassegne, biennali, fiere internzionali.
Colanzi è un disegnatore nato è la capitale meneghina è appunto il suo nucleo di proiezione: la città del Futurismo di Marinetti e dello spazialismo di Fontana.
E', a mio avviso, uno degli scultori più significativi della sua generazione.
I suoi lavori lo confermano.